Questa Festa della Donna 2020 la dedichiamo alle straordinarie donne coreane che ci hanno ispirato, Donne con la D maiuscola.

Abbiamo selezionato le nostre eroine in base ai loro successi, al loro coraggio e al loro contributo al mondo femminile.

Kim Yuna o “Queen Yuna”

Non ha mai concluso una gara senza salire sul podio nella sua intera carriera. Iniziamo col botto.

 

Kim Yuna, meglio conosciuta come “Queen Yuna”, é stata la prima pattinatrice sudcoreana donna a conquistare la medaglia d’oro ai Giochi olimpici invernali, ai Campionati del mondo, al Quattro Continenti e nella Finale del Grand Prix.

Nata nel 1990 a Bucheon, ha cominciato a pattinare a soli di 7 anni, e la sua prima insegnante é stata la sua mamma! In seguito si è trasferita a Toronto, in Canada, dove ha continuato a coltivare la sua passione.

Ha eseguito il suo primo salto triplo all’età di 10 anni ed a 12 ha inserito cinque tripli nella sua esibizione, a 14 anni ha eseguito la sua prima combinazione di due salti tripli ai Campionati mondiali juniores 2005. Un vero e proprio prodigio, fin dalla tenera età!

La trottola angelo rovesciata all’indietro con la gamba piegata, é il suo marchio distintivo. Nonostante non sia stata lei a inventare questa figura coreografica, ci si riferisce spesso a questa posizione come la “trottola di Yuna”!

Famosa in tutto il mondo per la sua eleganza, la sua precisione e la sua agilità nel coprire ampie porzioni di ghiaccio durante i suoi salti, durante la  sua carriera é rientrata costantemente nella classifica Forbes per le 10 atlete piú pagate al mondo… beh, un successo su tutta la linea!

 

Ryu Gwansun, la definizione di combattente.

Patriota e attivista coreana, organizzatrice del Movimento 1º marzo a favore dell’indipendenza coreana, contro il dominio giapponese.

Nata il 16 dicembre 1902 a Jiryeong, un villaggio vicino Seul da una famiglia contadina, ha dedicato la sua gioventù allo studio e quando l’istituto universitario in cui studiava venne chiuso per ordine delle autorità nipponiche, insieme alla famiglia, cominció ad attivarsi per l’indipendenza della Corea.

Il movimento, noto come Movimento 1º marzo, radunó nella piazza del mercato Awanue di Seul, migliaia di manifestanti, al grido di “Viva l’indipendenza della Corea” e sventolando la bandiera coreana, all’epoca proibita. 

L’esercito e la polizia giapponese non tardarono ad arrivare: in un violento scontro uccisero una moltitudine di manifestanti, tra cui anche i genitori di Ryu. Dopo un breve periodo di detenzione nella stazione di polizia di Cheonan, fu processata e condannata a sette anni di reclusione. 

Durante la sua prigionia, continuò a protestare per l’indipendenza del suo paese, nonostante ricevesse dai guardiani percosse e torture. Dopo poco più di un anno, Ryu Gwansun morì per le sevizie subite, il 12 ottobre 1920: le sue ultime parole furono “Posso sopportare il dolore, ma non quello di perdere il mio Paese. La mia sola tristezza è quella che ho solo una vita da offrire al mio Paese.” 

La Corea fu libera solo nel 1945, quando i nipponici abbandonarono la Corea dopo la sconfitta subita nella Seconda guerra mondiale. Le gesta della giovane patriota furono celebrate anche dopo la sua scomparsa, quando le fu assegnata dall’Ordine al merito per l’Indipendenza, un’onorificenza della Corea del Sud destinata a chi ha contribuito alla nascita della Corea indipendente.

Sharon Choi, un’interprete in senso lato

Forse la conoscete come l’interprete ufficiale del regista di “Parasite” Bong Joon Ho.

La 25enne coreana lavora con il regista da meno di un anno, ed ha avuto la possibilità di accompagnarlo durante tutte le attività stampa relazionate al film, fino al discorso della vittoria gli Oscar!

Grazie al suo talento e alla sua personalità disinvolta, é riuscita a farsi apprezzare da personaggi illustri del grande e piccolo schermo. Non é solo brava nella traduzione da una lingua ad un altra, é un’interprete sociale, perfettamente capace di trasmettere tutti i significati culturali e di far risplendere la poeticità di un discorso.

Come ha detto Bong Joon Ho in un’intervista con The Hollywood Reporter: “Ha una grande fandom.”

L’obiettivo di Sharon é lavorare dietro la macchina da presa e sta già lavorando alla produzione di un lungometraggio per conto suo!

Un ottimo inizio di carriera per una giovane donna coreana che si sta già facendo strada in un ambiente a maggioranza maschile! 

Yi So-yeon, un’eroina spaziale

La Dottoressa Soyeon Yi è la prima ed unica astronauta della Corea del Sud. È stata selezionata nel dicembre 2006, tra 36.000 concorrenti in lizza per il titolo di Primo Astronauta della Corea del Sud.

Durante la sua missione di 11 giorni presso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), Yi ha eseguito diversi importanti esperimenti, dando il suo contributo alla comunità scientifica della Corea del Sud.

Durante il suo leggendario ritorno sulla Terra il 19 aprile 2008, è sopravvissuta ad una forza di quasi 16-G (contro la media di 4-G) al suo rientro balistico. 

Dopo aver conseguito diversi titoli di studio nelle più prestigiose università del mondo, é attualmente volontaria al Museum of Flight e Northwest Nuclear Consortium e docente presso l’Università di Washington.

La Dottoressa Soyeon Yi si dedica alla formazione della prossima generazione scientifica, il leader al femminile più tosto che ci sia!

 

Lee So-Jeong , il giornalismo al femminile

Apripista alle donne giornaliste della Corea del Sud, é la prima conduttrice donna nell’emittente più importante del paese, la KBS.

Grazie al suo talento e alla sua etica del lavoro, ha conquistato la conduzione del programma “News 9” fino ad ora condotto solamente da uomini.

Veterana a pieno titolo, Lee collabora con la Korean Broadcasting Station (KBS) dal 2003, occupandosi di notizie di svariati settori; dal settore finanziario al sociale, dedicandosi anche al giornalismo investigativo. Nel 2006 ha ricevuto il premio come miglior giornalista donna.

Nonostante i suoi innumerevoli successi, Lee ritiene che la Corea abbia ancora tanta strada da fare: la cultura conservatrice é ancora prevalente nel paese e purtroppo ha visto molte colleghe ritirarsi dalla carriera dopo essere rimaste incinta. 

Ha dichiarato più volte che il suo obiettivo é quello di continuare a ritagliare spazio per le donne in un settore di monopolio maschile, senza mai mollare, per poter dare la stessa opportunità alle giovani donne con lo stesso sogno.